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Agrigento 2020 Capitale della Cultura


Aggiornamento all’articolo del 18/02/2018

Parma sarà Capitale Italiana della Cultura per il 2020. Designata dalla Giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, la vincitrice è stata annunciata oggi dal ministro di beni culturali e turismo, Dario Franceschini. Le finaliste erano Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Le sintesi del progetto:

Parma : Sette distretti socio-culturali, dislocati in diverse aree della città, che diventano spazi di creatività, riflessione, rigenerazione e innovazione. Una Parma nuova che sta nascendo offre alla Parma storica e ai suoi palinsesti temporali l’occasione di vivere dentro l’oggi, in una città multiculturale che costruisce giorno per giorno la sua contemporaneità. Trentadue progetti stretti attorno al claim della candidatura – La cultura batte tempo – e ad un ambizioso progetto pilota. Trentadue sfide divise in produzioni, cantieri, esposizioni e rassegne, costruite insieme a tutte le istituzioni, le associazioni e le forze nazionali e europee di Parma e del territorio che la circonda, in una sinergia virtuosa tra pubblico e privato resa stabile a partire da questa candidatura. Trasformare lo spazio significa rigenerare il tempo che quello spazio produce, significa mettere in gioco una visione di città trasversale ai vari ambiti: dalla cultura all’urbanistica, dal sociale al turismo, dall’ambiente agli educativi e alle pari opportunità. Parma 2020 è una città intera, capace di fare impresa e di presentare un modello culturale a più voci e al contempo unitario, che dovrà guidarla da subito e negli anni a venire.

 


Mantova nel 2016, Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018, Matera nel 2019 (capitale europea). E per il 2020 quale sarà la Capitale italiana della cultura?
Ecco le dieci città finaliste per il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2020 scelte dalla giuria tra le 46 città che avevano risposto al bando. Alla vincitrice verrà assegnato un contributo di 1 milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità. Il titolo è stato istituito dalla legge Art Bonus sulla scia della vasta e virtuosa partecipazione di diverse realtà italiane al processo di selezione per individuare la Capitale europea della cultura. LE 10 FINALISTE>
1. Agrigento, Sicilia

2. Bitonto, provincia di Bari, Puglia
3. Casale Monferrato, provincia di Alessandria, Piemonte
4. Macerata, Marche
5. Merano, provincia di Bolzano, Alto Adige
6. Nuoro, Sardegna
7. Parma, Emilia Romagna
8. Piacenza, Emilia Romagna
9. Reggio Emilia, Emilia Romagna
10. Treviso, Veneto
LA PROCLAMAZIONE
La commissione audirà le 10 finaliste e la Capitale italiana per il 2020 sarà proclamata il 16 febbraio 2018.
Le sintesi del progetto  a cura del Comune candidato per il titolo del 2020:
Agrigento festeggerà nel 2020 i 2600 anni dalla sua fondazione. Diventare Capitale Italiana della Cultura significa provare a vincere una scommessa: esaltare il patrimonio culturale materiale e immateriale sedimentatosi nell’esistenza millenaria della città e, al contempo, promuovere una traiettoria di sviluppo del territorio fortemente ispirata all’utilizzo di tecnologie innovative e a modelli di valorizzazione culturale in grado di garantire un’eredità duratura dell’iniziativa. Agrigento, città dell’accoglienza e paradigma per il futuro dei Sud del mondo, con tutte le implicazioni di carattere sociologico, filosofico, antropologico, scientifico, economico: in un mondo globalizzato caratterizzato da continui processi di negoziazione interculturale, la città con la sua lunghissima storia di influenze multiculturali, dalla sua fondazione agli odierni flussi migratori, ritiene di essere adatta a rappresentare un’idea di futuro in cui il grande patrimonio storico-culturale-naturale-paesistico del Paese sarà consegnato alle generazioni che verranno. Il dossier si incentra su un palinsesto di 78 progetti che declinano 13 espressioni culturali secondo 6 indirizzi tematici, per rappresentare il potere della cultura come promotore di inclusione sociale, integrazione, attrattività, innovazione, sviluppo e sostenibilità. Una proposta ambiziosa resa sostenibile dall’ampia partecipazione di istituzioni locali, enti e associazioni culturali (ben 83) al processo di definizione del dossier.

 

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