Collegio dei Minimi, Ex Collegio di San Francesco di Paola di Castelverano : mostra del Maestro Momò Calascibetta, dal curioso titolo “Cenere”
Visitabile dal 10 al 10 settembre 2019: orari di apertura da lunedì al venerdi dalle 9.00 alle 13.00
Collegio dei Minimi, Ex Collegio di San Francesco di Paola / piazza Escrivà – Castelvetrano (Tp)
Ingresso: gratuito
La mostra del Maestro Momò Calascibetta, dal curioso titolo “Cenere”. E’ una complessa e criptica riflessione sullo stato dell’arte contemporanea, con un forte riferimento agli operatori dell’arte, un sorte di corte di “Dei” dal sapore e dal tenore contemporaneo con la vocazione a diventare archeologia nel futuro.
La tecnica pittorica è apparentemente quella della caricatura di personaggi reali viventi ma in realtà molteplici riferimenti iconografici evidenziano la portata del lavoro e la profondità dello stesso mirante ad una riflessione e ad un dialogo sempre più intenso tra arte e matrici del passato con la produzione contemporanea.
La presentazione della mostra sarà occasione per la presentazione del catalogo e una lectio magistralis della sottoscritta, del curatore e dell’artista.
La mostra prevede, nell’antico refettorio sito al piano terra del Collegio dei Minimi, Ex Collegio di San Francesco di Paola, l’istallazione di un polittico di legno con diciannove riquadri di 69×69 cm cadauno e una “porta della morte”.
I riquadri sono decorati con santini, fiori finti, lumini, oggettistica Kitsch. Fanno inoltre parte del complesso 50 ex voto di formato variabile e di libero montaggio con versioni alternative dei medesimi soggetti; una fenice simbolo di resurrezione da collocare alla fine del percorso e un leggìo, illuminato da luci di scena, con il testo de La cenere dell’acanto.
Fonte: Comune di Castelvetrano
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L’artista
Momò Calascibetta nasce a Palermo in vicolo del Forno. Si laurea in architettura con Gregotti e Pollini ma sceglie di dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Pittura che Leonardo Sciascia definirà “come il racconto dettagliato dell’imbestiamento di una classe di potere già sufficientemente imbestiata nella più lata avarizia e nella più lata rapacità”.
Il mondo dei sogni di Momò è abitato da draghi-unicorno, idoli arcani, sogghignanti coccodrilli, giunoniche domatrici, sfrenate tauromachie e toreri evanescenti come lemuri, cavalieri dimentichi e addormentati, minotauri ingentiliti infiammati di passione amorosa, voluttà debordante, lascivia e ingordigia.
I suoi personaggi hanno assistito “alla caduta degli dei” ma conservano l’imprinting del mito più alto; i suoi “relitti umani” divorano con cupidigia, godono e si preparano all’atto unico, forse finale, dell’effusione amorosa, della totale consunzione carnale dell’individuo, del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un’avida passione.
Info & curiosità:
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