L’Artista siciliano …… del giorno 20 gennaio
Breve biografia dell’artista:
Gaetano Mercurio (Palermo, 1730 – 1790) fu un pittore palermitano del tardo barocco.
Definito triviale, scorretto disegnatore e fosco coloritore, studiò col pittore cappuccino Fedele Tirrito di San Biagio Platani e da questi fu inviato a Roma presso l a scuola di Sebastiano Conca. La prima notizia che riguarda la sua attività artistica è un documento del 1778, in quell’epoca infatti dipinse per la chiesa madre di Castelbuono. Giuseppe Velasco fu un suo allievo.
Sue opere si trovano a Galati Mamertino e in alcune chiese palermitane.
Gli vengono assegnate altre opere per Castelbuono, eseguite prima di questa data: i riquadri di tela raffiguranti Ester, Giuditta, David e S. Giovanni Evangelista nella cappella dell’Immacolata all’interno della Matrice nuova e nella cappella del Sacramento S.Luigi Gonzaga che riceve la comunione dal cardinal Bellarmino e Gesù Cristo che comunica la Vergine Maria.
Gli viene attribuita una Madonna delle Grazie nella parrocchia palermitana di S. Antonio Abate e altre tele nella chiesa del SS. Crocifisso di Calatafimi.
Ancora sue opere si trovano a Galati Mamertino, Chiaramonte Gulfi e in alcune chiese palermitane.
Info & curiosità
Nella bottega dell’artista operarono anche i figli.
Antonio, nato nel 1750 circa e scomparso sul finire del secolo; come per il padre la prima opera certa si trova a Castelbuono, nella Matrice nuova e rappresenta la Vergine con il Bambino tra i SS. Paolo e Francesco di Paola. Suoi dipinti si trovano anche nella chiesa madre di S.Bartolomeo a Lipari. L’unica sua opera affresco è la decorazione della volta della chiesa del SS. Crocifisso a Calatafimi. Gli viene attribuita la tela della Deposizione presente nella chiesa madre di Enna e altre opere di sua mano si trovano a Motta d’Affermo.
Anche Gioacchino (1758 – 1808 ca.) fu attivo nella bottega paterna; gli sono attribuiti gli affreschi dell’Oratorio dei Bianchi, ora quasi del tutto cancellati e una Natività nella Chiesa del Carmine a Palermo.
Alla famiglia appartenne anche Salvatore, che fu console della Corporazione degli argentieri. E’ di sua mano il grande ostensorio in argento dorato e smalti del Duomo di Enna del 1768. Gli è attribuito anche l’ostensorio della Cattedrale di Palermo decorato a smalti e volute, che culminano nella sommità del fusto con puttini che reggono la sfera gemmata, ricoperta da brillanti e rubini.
Multimedia sull’artista:
Sitografia: Wikipedia – www.beweb.chiesacattolica.it/
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