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Complesso monumentale dei Padri Liguorini, comunità Redentorista

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Complesso Monumentale dei Padri Liguorini

Complesso monumentale dei Padri Liguorini
Via Duomo – 92100 Agrigento

La comunità redentorista è comunità apostolica che “seguita” il Redentore tra gli abbandonati predicando la Parola. E’ proprio questa la missione principale dei Redentoristi nella Chiesa: la proclamazione esplicita della Parola di Dio in vista della conversione fondamentale. Missione è quindi ogni forma di apostolato per gli abbandonati, con un intervento pastorale straordinario dove non arriva la pastorale ordinaria.

Nella storia, chiamati da Mons. Lucchesi, vescovo di Agrigento, un gruppo di Padri, guidati da P. Blasucci, furono mandati da S. Alfonso ad Agrigento per predicarvi le Missioni. Trovarono inizialmente ospitalità nell’Ospizio degli Oblati e a loro fu affidata dapprima la chiesa di S. Giorgio e poi la chiesa di S. Maria dell’Itria.

Nel 1768 Mons. Lucchesi nomina i Padri custodi della biblioteca, da lui fondata, e dona loro il terreno attiguo per fabbricarvi una casa secondo le loro regole. La Casa sorse molto lentamente. Nel 1854 fu benedetta la chiesa che, per la prima volta in tutto il mondo fu dedicata a S. Alfonso. Nel 1860, con l’avvento dell’unità d’Italia, i Padri furono cacciati ed espatriarono a Malta, aspettando nuovi eventi, che non arrivarono. Nel 1914 furono richiamati ad Agrigento da Mons. Lagumina, che aveva frattanto riscattato la Casa. Nel 1954 S. Alfonso fu dichiarato Patrono principale della città e della diocesi assieme a S. Gerardo.

Il 28 giugno 2010, presso il Complesso monumentale dei Padri Liguorini di Agrigento, viene inaugurata la nuova sistemazione, in forma di casa-museo, degli arredi e delle collezioni d’arte della Casa dei Missionari Redentoristi di Agrigento, dal titolo: “Arredi e Collezioni dei Padri Liguorini di Agrigento. Tutela e Conservazione”. L’allestimento è organizzato secondo un percorso che intende contestualizzare le opere d’arte in alcune sale della Casa dei Padri Liguorini, dove originariamente erano ospitate le collezioni di pittura e gli arredi liturgici dal XVII al XIX secolo.


Galleria fotografica:

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Particolari costruttivi e planimetrici

Impianto Planimetrico
Il complesso monumentale è ubicato nella parte alta della città, domina e chiude la parte nord del centro storico assieme alle altre strutture ecclesiastiche, a volere formare un baluardo della fede cristiana, contrapponendosi alla schiera dei templi pagani greci siti nel colle sud della vecchia Akragas.
Interno
L’ingresso al Palazzo è caratterizzato da una scalinata in pietra che conduce alle varie stanze del complesso monumentale, che accolgono la galleria dei ritratti dei vescovi agrigentini, testimoniando una tradizione cristiana agrigentina millenaria, in cui emergono personalità illustri che hanno scritto la storia della diocesi attraverso il loro operato.
Prospetto principale
Il prospetto principale è stato oggetto di diverse trasformazioni nel tempo; oggi si presenta con una facciata compatta sobria ed elegante, trafilata da una serie armoniosa di balconi a ringhiera inginocchiata.


Foto e cartoline storiche:


Localizzazione del Complesso monumentale dei Padri Liguorini

Info e contatti:

Via Duomo 70 – 92100 Agrigento
Telefono:
AgrigentoDoc consiglia:

Video tratti da youtube:

Intervista di Carmelo #Petrone, con padre Giuseppe Russo, redentorista superiore della comunità di Agrigento.

Info & Contatti

Missionari Redentoristi
Via Duomo, 86 – 92100 Agrigento – Italia
Tel. [+39] 092225348 – Fax: 092244371

mail: agrigento@redentoristi.it


Info e curiosità:

La collezione di pittura, della quale è stata proposta una accurata selezione, segue un percorso organizzato per filoni tematici e iconografici: una breve sezione è dedicata, infatti, alla ritrattistica vescovile settecentesca, seguita dai dipinti relativi all’iconografia alfonsiana e redentorista che vedrà ad Agrigento, sulla scia della cultura figurativa napoletana, un grande interprete nella figura di Domenico Provenzani; mentre nelle altre sale alcuni dipinti fanno riferimento al fenomeno della fortuna della grande pittura seicentesca (rubensiana e caravaggesca) rivisitata in Sicilia attraverso alcune versioni settecentesche dei celebri modelli; infine, chiude il percorso una breve galleria con i ritratti dei Padri Redentoristi che si sono susseguiti dal XVIII al XIX secolo.

Tra i dipinti più significativi del percorso si possono citare il Ritratto di Andrea Lucchesi Palli (v. 1755-1768), versione similare del dipinto conservato nel Palazzo Arcivescovile di Agrigento, riferibile secondo la tradizione a Domenico Provenzani, pittore dei Tomasi di Lampedusa, dei quali fu oltre che pittore di corte, anche abile ritrattista; il finissimo Ritratto di S. Alfonso Maria de Liguori, raffigurato nella sua tradizionale iconografia con in mano il Crocifisso e con la Vergine raffigurata sullo sfondo nella particolare iconografia alfonsiana come “Spes nostra, salve”, tratta appunto da una sua incisione pubblicata nel suo Glorie di Maria (Napoli 1750). L’opera, che testimonia i contatti con la cultura figurativa napoletana del secondo Settecento, in particolare in seno all’ultima generazione della scuola solimenesca, si caratterizza per la forte espressività del volto e per il fine realismo con cui sono rese le merlature della veste del santo; e la grande tela con L’Apparizione della Vergine a S. Alfonso de Liguori, dove il Provenzani sembra fare riferimento alle lucide capacità ritrattistiche del napoletano Paolo De Matteis e alla cultura napoletana della seconda generazione pittorica, quali il De Mura, il De Caro il Cestaro e in parte anche il Bonito. La tela fu fatta eseguire subito dopo la morte di Sant’Alfonso ed era pronta e fece bella mostra di sé durante i funerali celebrati il 5 ottobre 1787 nella Cattedrale di Agrigento.

Le raccolte di suppellettili liturgiche della Casa dei Padri Liguorini di Agrigento, sono costituite prettamente da manufatti dell’argenteria siciliana che vanno dal XVII al XIX secolo, con una maggiore presenza di argentieri palermitani, che molto lavorarono in quel tempo nel territorio, come attesta anche il ricco tesoro della Cattedrale. Si tratta di un significativo gruppo di opere che testimonia, in particolare per il Settecento, il clima di fervida vivacità culturale in seno alla committenza ecclesiale locale, soprattutto nell’aureo periodo di vescovado di Andrea Lucchesi Palli, figura chiave della cultura illuminata della Diocesi agrigentina, al quale si deve il primo contatto con Alfonso Maria de Liguori e il successivo insediamento della Congregazione dei Padri Redentoristi ad Agrigento. Piuttosto ampio il quadro delle tipologie di oggetti liturgici presenti nella raccolta: tra cui molti calici, corredati, in alcuni casi, dalle rispettive patene; pissidi, ostensori, reliquiari, turiboli e navicelle, secchielli e aspersori.

Di notevole interesse è un reliquario in argento e argento dorato, composto da una teca del 1720-21 e da un piede dei primi anni del XIX, contenente il molare di S. Alfonso Maria de’ Liguori. La suppellettile presenta una teca, datata 1720-21, composta da volute contrapposte e elementi acantiformi, da cui si diparte un fitto intreccio di tralci fogliacei e infiorescenze. Per quanto riguarda la reliquia, si è ritrovato un documento, con il quale si autentica il molare del Santo, e che riporta la data ottobre 1817. Chiude il percorso una preziosa galleria di ritratti ottocenteschi dei vari Padri Redentoristi che hanno segnato la storia della Congregazione del SS. Redentore in Sicilia.

Fonte: Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Agrigento


ARREDI E COLLEZIONI DEI PADRI LIGUORINI DI AGRIGENTO
La collezione di pittura dei Padri Liquorini di Agrigento con sede in via Duomo, comprende ritratti di Vescovi e dipinti dedicati all’iconografia alfonsiana e redentorista.

PRIMA SALA – Ritratto del Vescovo Andrea Lucchesi Palli (1755-68) attribuito tradizionalmente a Domenico Provenzani. Il Vescovo, fondatore dell’Opera delle Missioni della Congregazione del S.s. Redentore nella diocesi di Girgenti, regge una lettera che gli aveva mandato Sant’Alfonso. – Ritratto del Vescovo Antonino Lanza (1768-1775) attribuito tradizionalmente a Domenico Provenzani. – Ritratto del Vescovo Antonino Cavalieri (1788-1791) – Ritratto di Sant’Alfonso Maria de Liguori raffigurato nella sua iconografia con in mano il Crocifisso e con la Vergine raffigurata sullo sfondo. – Tela con il Cristo Redentore appartenente all’ambito di Domenico Provenzali . – L’Apparizione della Vergine a S.Alfonso de Liguori di Domenico Provenzali. La tela fu fatta eseguire subito dopo la morte del Santo e fu esposta durante i funerali. – Tre ovali rappresentanti San Giuseppe con Bambino, il Redentore e la Madonna, il Redentore giovane
SECONDA SALA – La Strage degli Innocenti, probabilmente copia settecentesca del dipinto di Antonio Napoletano conservato nella chiesa di Santo Spirito di Agrigento, che a sua volta è una chiara derivazione del celebre dipinto di Rubens del 1637. – San Paolo – La Negoziazione di San Pietro, rivisitazione del dipinto della Cattedrale di Agrigento, ma di autore ignoto
TERZA E QUARTA SALA – San Luigi Gonzaga – Ritratto di Sant’Alfonso raffigurato in età avanzata, opera firmata del pittore palermitano Filippo Montalto, allievo di Domenico Provenzali.
QUINTA SALA Iconografia mariana


 


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